Accendere l’aria condizionata a lavoro diventa necessario con l’arrivo dell’estate e delle temperature elevate che possano influire negativamente sui lavoratori, causando quel generale senso di malessere e spossatezza, tali da rendere la giornata in ufficio un vero e proprio incubo.
Gli impianti di climatizzazione installati all’interno dei luoghi di lavoro sia pubblici che privati assicurano un’efficace tutela delle condizioni di salute e sicurezza dei dipendenti, rinfrescando gli ambienti in maniera tempestiva.
Quello che però non tutti sanno è che anche il posizionamento dell’aria condizionata in ufficio e la regolazione della temperatura nelle stanze sono aspetti fondamentali disciplinati dalla legge. Per esempio, la temperatura ideale per l’organismo umano a lavoro deve essere compresa tra i 23°C e i 26°C durante l'estate, mentre durante l’inverno tra i 18°C e i 22°C.
Da un lato, il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008) fissa tra le regole generali anche quelle in tema di microclima, aerazione e temperatura adeguati all’organismo durante la giornata di lavoro, dall’altro lato invece il D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74 definisce i criteri per l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e ispezione degli impianti sia in estate che in inverno.
Vediamo quali sono le regole per il 2024 per l’aria condizionata in ufficio.
Cosa dice la legge sulla temperatura dei condizionatori: la normativa
Il legislatore italiano è intervenuto a più riprese in tema di gestione degli impianti di climatizzazione nei luoghi di lavoro, in modo tale da tutelare il dipendente sia degli uffici della Pubblica Amministrazione che privati e assicurando la regolazione della temperatura.
Che sia estate oppure inverno, infatti, non è raro battibeccare tra colleghi su chi debba tenere il telecomando dell’aria condizionata in ufficio, a quale temperatura, oppure che direzione debbano avere le alette dello split.
Ecco le principali normative e standard richiesti sul posto di lavoro.
Testo Unico Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008)
Il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro sottolinea l'importanza di mantenere condizioni ambientali adeguate nei luoghi di lavoro, comprese la temperatura e la qualità dell'aria.
La disciplina stabilisce una serie di requisiti per garantire la sicurezza e il benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro, sia per quanto riguarda il microclima adeguato all’organismo umano, sia le temperature da mantenere in estate e in inverno.
In base all’art. 63, il datore di lavoro è chiamato a garantire che i luoghi di lavoro siano progettati e realizzati in modo tale da non compromettere la sicurezza e la salute dei lavoratori, anche alla luce delle condizioni microclimatiche che possano assicurare il comfort dei dipendenti.
Per questo motivo, gli uffici e gli ambienti di lavoro in genere devono avere una temperatura ideale, confortevole e adeguata all’organismo, tale da assicurare un sistema di aerazione sufficiente.
Se la ventilazione naturale non è sufficiente, ovvero non idonea a rifornire il ricambio di aria fresca in maniera sufficiente, devono essere installati sistemi di ventilazione meccanica.
Inoltre, è compito del datore provvedere alla manutenzione e al controllo degli impianti di climatizzazione, siano essi di aria condizionata o di riscaldamento centralizzato.
D.P.R. 74/2013
Il D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74 stabilisce alcuni criteri generali per l'esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione estiva e invernale degli edifici.
Lo scopo della disciplina è garantire un adeguato comfort termico per i lavoratori, riducendo contemporaneamente i consumi energetici: per fare ciò, ambienti devono essere adeguatamente ventilati in modo tale da assicurare una salubrità dell’aria.
Gli impianti di climatizzazione caldo/freddo devono essere periodicamente ispezionati per verificarne lo stato di efficienza energetica e, ove necessario, sottoposti a manutenzione e pulizia dei filtri.
In base al D.P.R. 74/2013, inoltre, gli uffici devono mantenere una temperatura standard entro i 20°C in inverno (con una tolleranza di 2°C) e non sotto i 26°C in estate (con una tolleranza di 2°C).
Linee guida INAIL
L’INAIL, ovvero l’Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, delinea delle raccomandazioni generali tese ad assicurare la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Tra gli aspetti richiamati vi sono anche quelli legati alle condizioni termiche nei luoghi di lavoro e l'uso dell'aria condizionata.
L'umidità relativa dovrebbe essere mantenuta tra il 40% e il 60% per evitare problemi di secchezza o umidità eccessiva, che possono influire negativamente sul comfort e sulla salute.
La velocità dell'aria dovrebbe essere mantenuta inferiore a 0.2 m/s per evitare correnti d'aria fastidiose che possono causare disagio tra il personale.
L’INAIL raccomanda che la temperatura negli uffici sia mantenuta tra i 18°C e i 22°C in inverno e in estate tra i 24°C e i 26°C per garantire il comfort termico, fermo restando la tolleranza di 2°C.
Le principali norme tecniche ISO
Le linee guida stabilite all’interno delle norme tecniche ISO rappresentano i requisiti essenziali per garantire le condizioni ambientali adeguate nei luoghi di lavoro.
La norma ISO 7730 valuta in via standard la percezione confortevole degli ambienti così come percepiti dalla maggior parte delle persone e secondo le condizioni termiche richieste.
Le condizioni termiche imposte sul luogo di lavoro devono mantenere in maniera uniforme il range di temperatura tra i 23°C e i 26°C in estate e tra i 20°C e 24°C in inverno, in modo tale da minimizzare lo stress psicofisico dei lavoratori.
Oltre alla temperatura, anche l’umidità rappresenta un criterio essenziale, così come la velocità dell’aria che possono influenzare la produttività dei lavoratori.
La norma ISO 16814 fissa i criteri generali per l’installazione dei sistemi di ventilazione, tali da assicurare il corretto e continuo ricambio di aria fresca dall’esterno.
La norma ISO 14505 dispone i metodi per raccogliere feedback dai lavoratori riguardo al comfort termico e per utilizzare queste informazioni nel miglioramento delle condizioni ambientali.
Quando si può accendere l’aria condizionata in ufficio
L’aria condizionata in ufficio non può essere accesa arbitrariamente, vale a dire che occorre rispettare quelle situazioni che la rendono obbligatoria e necessaria.
Il datore di lavoro ha infatti un vero e proprio obbligo nei confronti dei dipendenti in caso di ondate di calore e temperature elevate in genere. Per questo motivo è tenuto a provvedere a idonei sistemi di raffrescamento negli ambienti di lavoro.
Per legge, se le condizioni climatiche lo richiedono, a partire dal 1° maggio 2024 l’aria condizionata può essere accesa in ufficio, ma dovrà essere spenta entro il 1° ottobre 2024.
Di contro, i riscaldamenti per legge possono essere accesi dal 22 ottobre 2024 e fino all’8 aprile 2025.
La posizione del condizionatore sul luogo di lavoro
È fondamentale prestare attenzione al corretto posizionamento del condizionatore all’interno dell’ufficio, poiché la sua vicinanza o altezza sono in grado di influenzare il comfort termico sul luogo di lavoro.
Innanzitutto, lo split del condizionatore dovrebbe essere posizionato in alto, in prossimità del soffitto così per permettere una migliore diffusione dell'aria fresca che poi scenderà gradualmente verso il basso.
Attenzione a non dirigere il flusso d'aria direttamente verso le postazioni di lavoro, del resto il getto diretto d’ario potrebbe causare problemi alla salute dei lavoratori, come raffreddori, dolori muscolari, secchezza delle mucose e altre tipologie di irritazioni.
Una scelta ottimale, quando possibile, è orientare il flusso d'aria dai condizionatori verso aree di passaggio o spazi comuni, evitando la proiezione diretta verso le scrivanie.
Il getto d’aria deve essere confortevole e non invasivo, per questo è importante regolare moderatamente sia la velocità che la temperatura, e se necessario apporre dei deflettori che direzionino il flusso d’aria non direttamente sulla persona ma in modo da rinfrescare i punti caldi dell’ufficio.
La manutenzione dei climatizzatori: quando si deve fare
La manutenzione dei climatizzatori è fondamentale per garantire il loro corretto funzionamento, l'efficienza energetica e la qualità dell'aria negli ambienti di lavoro.
Per questo è necessario provvedere sia alla manutenzione ordinaria che, quando necessario, a quella straordinaria.
La manutenzione ordinaria deve essere prevista all’incirca ogni 2-3 mesi, controllando e pulendo i filtri. Mentre gli evaporatori e i condensatori possono essere controllati non meno di una volta all’anno.
La manutenzione straordinaria, invece, consta di una pulizia profonda circa ogni 1-2 anni, purificando il sistema di drenaggio e prevenendo potenziali guasti.
I rischi per la salute
Quando non gestita correttamente, l’utilizzo dell’aria condizionata sul posto di lavoro può portare a veri e propri rischi per la salute dei dipendenti e dei lavoratori in genere.
L'utilizzo perdurante dell’aria condizionata riduce significativamente l’umidità dell’aria e per questo può causare la secchezza delle mucose e delle vie respiratorie.
Non compiere la manutenzione necessaria, inoltre, può esporre il sistema di rinfrescamento alla diffusione di polveri, batteri e muffe che possono incrementare le allergie e le infezioni alle vie respiratorie, come la legionella.
Entrare e uscire da ambienti freddi quando all’esterno la temperatura è elevata, oppure avere un getto d’aria non direzionato in maniera uniforme, possono causare malesseri, raffreddori, senso di spossatezza, mal di gola, bruciore agli occhi e dolori muscolari diffusi.
Infine, l'esposizione diretta a getti d'aria fredda può causare tensioni muscolari, dolori cervicali e sindromi da raffreddamento.