Le truffe telematiche oggi sono sempre più diffuse: con l'utilizzo massiccio di internet infatti si sono moltiplicati gli episodi di furto di dati, identità digitali, informazioni sensibili e denaro, compiuti sul web. Non tutti sanno che anche gli annunci di lavoro possono nascondere dei veri e propri imbrogli, a discapito di chi si trova in difficoltà e sta cercando un'occupazione stabile.
Non è sempre semplice distinguere un vero annuncio da una truffa online, per cui può accadere che la vittima sia convinta di rispondere ad un annuncio di lavoro reale, invece sta cadendo in una trappola. Nel nostro paese ci sono specifiche regole sulle offerte di lavoro, ad esempio è illegale in Italia pubblicare annunci in forma anonima, come specifica l'articolo 9 del decreto legislativo 276/2003.
Per riconoscere un annuncio di lavoro falso può essere utile seguire alcuni accorgimenti, come quello di verificare sempre l'azienda online prima di rispondere, non dare informazioni personali sensibili, non rispondere ad offerte che propongono possibilità di guadagno facile con poco impegno o pagamenti anticipati. Vediamo come riconoscere e denunciare una falsa offerta di lavoro.
Come riconoscere un annuncio di lavoro falso
Oggi il web è uno strumento molto utilizzato per trovare lavoro, grazie alla presenza di piattaforme digitali apposite dedicate all'incontro tra domanda e offerta. Le aziende qui possono pubblicare annunci mirati per trovare il candidato ideale, mentre chi sta cercando lavoro può attingere ad una lista delle ultime proposte più attinenti.
Il web è una soluzione per velocizzare l'iter di assunzione per le imprese ed è alla portata di tutti coloro che cercano lavoro. Anche noti enti istituzionali come l'INPS oggi sfruttano il digitale e il potenziale del web per incrociare domanda e offerta di lavoro per sostenere l'inserimento di persone che si trovano in difficoltà o sono disoccupate da tanto tempo.
Chi usa il proprio pc o smartphone per trovare lavoro può però imbattersi in quelle che sono vere e proprie truffe, perpetuate nell'ottica di estorcere denaro o scoprire dati sensibili o bancari della vittima. Non si tratta in questi casi di vere offerte di lavoro, ma di situazioni fraudolente. Vediamo qui di seguito una serie di consigli utili per difendersi e capire se ci si trova davanti ad una truffa.
Verificare il nome dell'azienda
Un primo punto da cui partire è la verifica dell'azienda che ha pubblicato l'annuncio: nel momento in cui vi trovate davanti ad un'offerta di lavoro dovete poter individuare il soggetto che l'ha pubblicata in modo pressoché immediato.
In Italia ci sono delle specifiche regole per poter pubblicare un annuncio. Prima di tutto l'azienda, il titolare o l'agenzia interinale deve specificare il proprio nome, secondo il Decreto Biagi, ovvero il decreto legislativo n. 276 del 2003, all'articolo 9:
"Sono vietate comunicazioni, a mezzo stampa, internet, televisione o altri mezzi di informazione, in qualunque forma effettuate, relative ad attività di ricerca e selezione del personale, ricollocamento professionale, intermediazione o somministrazione effettuate in forma anonima e comunque da soggetti, pubblici o privati, non autorizzati o accreditati all'incontro tra domanda e offerta."
Nessuna offerta può quindi essere pubblicata senza il nome del soggetto che la propone, che si tratti di un'azienda o un'agenzia interinale. Se questa informazione è mancante, diffidate dal rispondere, probabilmente si tratta di una truffa.
Non rispondere a richieste di dati sensibili
Per difendersi da possibili truffe si consiglia di non comunicare informazioni personali sensibili a chi vi sta proponendo un lavoro. Questi dati possono riguardare:
- password di accesso ad account personali, email o app installate sullo smartphone;
- dati di accesso a strumenti bancari online;
- numero di previdenza sociale o altri dati collegati all'INPS;
- altre informazioni sensibili che possono riguardare la salute, i familiari o i luoghi frequentati dal lavoratore.
In tutti questi casi con molta probabilità si tratta di una truffa, per cui è consigliato non cedere questi dati. Le informazioni che si possono inviare online, una volta verificata l'azienda, sono quelle che riguardano strettamente il proprio curriculum vitae: nome e cognome, la posizione professionale ricercata, esperienze lavorative e formative, contatti.
Controllare l'affidabilità dell'azienda
Un altro accorgimento utile per sapere se ci si trova davanti ad un'offerta di lavoro vera o ad una truffa è quello di verificare l'affidabilità dell'azienda. Questo si può fare non solamente chiedendo il parere di amici, parenti e conoscenti, ma anche attraverso alcune note piattaforme online che presentano recensioni di ditte e grosse aziende.
Si può verificare l'affidabilità dell'azienda anche tramite un controllo sul suo sito web ufficiale, comparando i contatti presenti nell'annuncio con quelli disponibili su internet, cercando la sede effettiva dell'azienda, frequentando community online che parlano di lavoro e così via.
Farsi un'idea di come opera, dove si trova e come è possibile raggiungere l'azienda è un passo importante per capire se l'offerta è reale o se si tratta di una truffa. Se mancano informazioni, l'azienda non si trova online, non ci sono riscontri di alcun tipo o i contatti sono assenti, molto probabilmente si tratta di una truffa.
Diffidare da guadagni facili
Le truffe online spesso si basano su promesse di guadagni facili in tempo piuttosto breve: in alcuni casi la vittima crede di essere incappata in un'offerta di lavoro molto buona, con una paga più alta del normale e poco lavoro necessario per ottenere questi importi.
Può capitare di essere contattati per un'offerta di lavoro da un soggetto a cui non si è mai inviato alcun CV, da un'azienda che non si conosce. Se l'offerta è troppo alta se comparata ad altri lavori simili nello stesso settore, non ci sono mansioni chiare, non c'è riferimento al tipo di accordo con l'azienda o al tipo di posizione ricoperta, si tratta quasi sicuramente di un annuncio fraudolento.
Spesso si promettono guadagni facili anche a seguito del pagamento di corsi di formazione, l'acquisto di libri o e-book, la partecipazione a eventi formativi. Tutto questo può essere un modo nascosto per vendere un prodotto o un servizio oppure per estorcere denaro puntando sul fatto che la vittima sta cercando lavoro.
Si consiglia di informarsi prima di cercare un'occupazione, specialmente sulla paga che spetta in Italia per lo svolgimento di una specifica mansione, ad esempio consultando i CCNL di settore.
Diffidare da chi chiede denaro
Chiedere denaro per poter essere assunti è indice di un annuncio-truffa: nessun'azienda seria chiederà mai ad un potenziale collaboratore o dipendente di pagare una quota per ottenere un posto di lavoro e lo stesso vale per la formazione.
Molte truffe si basano su richieste di pagamento anticipato, che come abbiamo visto prima si riferiscono ai costi per libri, corsi o strumentazione varia. In linea generale bisogna sempre diffidare da chi chiede del denaro in anticipo proponendo un posto di lavoro vacante.
Talvolta le aziende offrono corsi di formazione ai propri dipendenti, ma sono sempre spesati dal datore di lavoro oppure, in alcuni casi, rientrano nella paga del lavoratore, ma solo successivamente all'assunzione.
Alcune aziende che lavorano nella vendita di prodotti a domicilio richiedono ai propri consulenti di acquistare prodotti iniziali per le dimostrazioni: in questi casi si tratta di lavori di tipo autonomo, ovvero non è presente un'assunzione con contratto di dipendente.
Si consiglia di verificare sempre se questa è la strada migliore per la propria professionalità e iniziare solamente se si è buoni venditori e si intende avviare una carriera in questo campo. Conviene invece stare lontani da proposte di vendita basate su sistemi piramidali a basso guadagno e in cui è necessario un elevato investimento.
Inviare candidature solo su portali affidabili
Tra i migliori portali web in cui trovare offerte di lavoro continuamente aggiornate troviamo Indeed, Monster, InfoJobs, Jooble, ma anche Almalaurea o Linkedin. Generalmente gli annunci contenuti in queste, e altre, piattaforme web verificate sono per lo più affidabili.
Anche in questi casi bisogna comunque fare dei check iniziali prima di inviare una candidatura o rispondere ad un'offerta, perché talvolta qualcosa può sfuggire al controllo delle piattaforme. Generalmente si consiglia di utilizzare solo siti web ritenuti affidabili, ufficiali o collegati alle agenzie per il lavoro.
I social network talvolta sono veicolo di offerte di lavoro, attraverso le varie community, i gruppi o le categorie di discussione. In questi casi c'è meno filtro per ciò che riguarda l'affidabilità delle proposte, per cui bisogna fare molta attenzione alle possibili truffe in cui si può facilmente incappare.
Talvolta chi intende portare avanti una truffa scrive direttamente in chat al malcapitato, approfittando della condizione psicologica di chi sta cercando lavoro. Per questo motivo è meglio optare per siti web sicuri e affidabili oppure mandare un CV direttamente sul sito delle aziende in cui si vorrebbe lavorare.
Quando scatta il reato di truffa per false offerte di lavoro
Secondo la legge italiana, nello specifico con l'articolo 640 del Codice Penale, la truffa è un reato quando un soggetto, con raggiri di vario tipo, induce qualcun altro a cadere in errore, procurando a se stesso o ad altre persone un profitto o un vantaggio ingiustificato. In questi casi il reato è punibile secondo la legge con la reclusione da sei mesi a tre anni e con una sanzione da 51 a 1.032 euro.
In alcuni casi il reato di truffa è perseguibile d'ufficio, ovvero quando si parla dell'aggravante del danno patrimoniale di entità rilevante, per cui le conseguenza possono essere anche maggiori.
Anche le truffe che ruotano intorno a proposte di lavoro ingannevoli o false sono punibili per legge, perché si basano su una manipolazione della realtà con il fine di far eseguire alla vittima una determinata azione (pensiamo ad esempio ad un pagamento in denaro).
In tutti questi casi chi sta mettendo in campo una truffa ha l'intenzione di ottenere un profitto, che può essere di diverso tipo: non soltanto in denaro ma anche in termini di accesso a dati e informazioni sensibili.
In Italia come abbiamo visto è illegale pubblicare annunci di lavoro in forma anonima, ma bisogna comunque ricordare che è possibile per le aziende scegliere di esercitare il diritto di riservatezza. In questi casi però è necessario comunicare il nome dell'agenzia interinale intermediaria, ovvero non è possibile lasciare un annuncio del tutto privo del nome del soggetto che sta cercando personale.
Come capire se un contratto di lavoro è falso e come proteggersi
Spesso non è facile accorgersi subito di essere capitati in una truffa nascosta da una finta offerta di lavoro. Talvolta però, in un momento successivo al primo contatto con il truffatore, si incappa in un contratto di lavoro falso.
Oltre agli annunci, anche i contratti proposti ai lavoratori possono essere falsi. Anche questi sono redatti per sembrare in tutto e per tutto dei contratti di lavoro, per cui viene richiesto alla vittima di firmare, inserire dati personali, compiere azioni di diverso tipo. Dietro ad essi però non c'è alcuna azienda.
In questo caso smascherare la truffa, almeno inizialmente, può essere più complesso, in particolare per chi è alle prime armi e non conosce bene i contratti di lavoro. Anche qui valgono i consigli visti prima: verificare l'affidabilità dell'azienda, eventuali feedback online, chiedere informazioni specifiche sulla mansione da svolgere e l'inquadramento contrattuale previsto.
Nel nostro paese molte professioni sono regolamentate dai Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, per cui è possibile confrontare il proprio contratto con quelli attualmente attivi in Italia, accedendo a questi testi online oppure ad un centro CAF o in alternativa chiedendo ad un consulente del lavoro o a un sindacato.
Contratti che non prevedono una paga adeguata, l'indicazione del monte orario del dipendente, le coperture per ferie o malattia, il periodo contrattuale e le mansioni da svolgere, non possono essere considerati validi.
Lavorare senza contratto è legale?
In Italia il lavoro nero, ovvero svolto senza un accordo contrattuale scritto, è illegale. Bisogna quindi diffidare da tutte quelle situazioni in cui l'aspirante dipendente non può visionare un contratto, perché questo è assente.
Ogni lavoro svolto in modalità continuativa nel tempo per un'azienda va contrattualizzato secondo le regole stabilite dai CCNL o da altri tipi di accordi. Il lavoro nero è anche una delle principali cause di evasione fiscale nel paese, per cui il datore di lavoro, oltre a versare uno stipendio spesso molto basso ai lavoratori, non paga per essi le imposte e i contributi dovuti allo Stato.
Lavorare in nero conduce a multe salatissime per il datore di lavoro, ma non solo, anche per il dipendente: nel primo caso le sanzioni possono arrivare a 36.000 euro, mentre il lavoratore può subire pesanti conseguenze se, mentre svolge una mansione senza contratto, percepisce indennità economiche dall'INPS o dallo Stato.
In quest'ultimo caso si presenta il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a quello di aver fatto una falsa dichiarazione.
Per essere assunti regolarmente è necessario che ci sia un contratto siglato tra lavoratore e azienda. Diverso è il caso di alcuni professionisti autonomi, che operano direttamente tramite fatturazione versando di per sé contributi e imposte.
Falsa partita IVA
Negli ultimi anni si è diffusa anche una modalità di lavoro poco trasparente e non in linea con le leggi che regolamentano il lavoro dipendente. Si tratta di tutti quei casi in cui un'azienda chiede al proprio dipendente di svolgere una mansione per 8 ore al giorno (40 a settimana) ma con l'apertura di una partita IVA.
In questo caso il malcapitato si trova nella condizione di non avere tutti i diritti di un normale dipendente (ferie e mutua coperte, mensilità correttamente retribuite e così via), ma dover all'opposto pagare in autonomia imposte e contributi.
La partita IVA è funzionale allo svolgimento del lavoro autonomo che, salvo poche eccezioni connesse al Ordini Professionali specifici, prevede la possibilità di avere più di un committente. Anche in questo caso ci si trova davanti ad un atto illecito, di tipo amministrativo, fiscale e contributivo.
Se vi trovate di fronte ad una proposta di questo genere, e non siete iscritti ad un Ordine che lo permette, diffidate dal lavorare continuativamente con un unico datore di lavoro.
False offerte di lavoro via email
Un'altra possibilità in cui ci si può imbattere è quella della ricezione di false offerte di lavoro tramite email: questa situazione si presenta quando il malfattore utilizza nomi di aziende famose o piattaforme di ricerca di lavoro per imbrogliare l'utente.
In questo modo l'aspirante lavoratore crede di essere in comunicazione con la nota azienda, quando in realtà sta dando informazioni rispondendo ad un annuncio falso o ingannevole. In questi casi si tratta del phishing, per cui è indicato controllare bene tutte le email ricevute, cercando di distinguere quelle finte da quelle reali.
Le false mail generalmente presentano dettagli diversi da quelle ufficiali delle aziende: il logo leggermente differente, un testo incomprendibile, richieste che appaiono subito come strane o indirizzi email con molte cifre e lettere.
Come fare la denuncia
Passando all'atto pratico, cosa fare nel momento in cui ci si imbatte in una truffa, se si forniscono dati sensibili o si versa denaro a seguito di un annuncio di lavoro online? Si consiglia di agire prontamente e denunciare subito l'accaduto, una volta appurato che si tratta di un evento fraudolento.
In caso di truffa in generale è possibile rivolgersi alle autorità competenti sul territorio, mentre se si parla di un annuncio di lavoro-truffa è possibile anche rivolgersi alla Polizia Postale. Sul sito ufficiale si può procedere a denunciare diversi tipi di episodi di questo tipo, per cercare di recuperare soldi o dati persi oppure per segnalare una potenziale azione fraudolenta.
La Polizia Postale invita anche gli utenti del web a mettere in pratica tutti gli accorgimenti necessari a prevenire tali situazioni, controllando l'azienda che ha pubblicato l'annuncio, diffidando di soggetti esteri che chiedono denaro e facendo anche attenzione all'uso dei social network.
Nel caso in cui si pensa di aver firmato un contratto non a norma di legge, è possibile rivolgersi all'Ispettorato del Lavoro per avere delucidazioni.
Anche in caso di lavoro nero si può denunciare a questo ente, per richiedere una verifica ispettiva specifica. In alcuni casi è possibile anche rivolgersi ad un avvocato di fiducia per avere un consulto su come procedere.
Quanto tempo c'è per presentare la denuncia?
In linea generale si consiglia di agire il prima possibile quando ci si trova davanti ad una truffa, che si tratti di una situazione legata ad una finta offerta di lavoro o di altro tipo.
L'articolo 124 del Codice Penale suggerisce di procedere entro tre mesi dal momento in cui avviene, indicando che il diritto di querela non può essere esercitato successivamente.
Come visto prima, è importante contattare subito le autorità, presentando tutte le prove del caso da cui è possibile individuare il raggiro specifico.