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2 Ottobre 2024
11:00

Aiuti Covid alle imprese: scattano i controlli del fisco sul Temporary Framework

Partono i controlli dell'Agenzia delle Entrate sugli aiuti concessi con la comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final, recante «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza da Covid-19», e successive modificazioni (c.d. Temporary Framework).

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Aiuti Covid alle imprese: scattano i controlli del fisco sul Temporary Framework
Esperta in Diritto Tributario
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Al via i controlli dell'Agenzia delle Entrate sulle imprese che hanno ricevuto aiuti di Stato ed agevolazioni fiscali erogate durante il periodo 2020-2022, con lo scoppio della pandemia Covid-19,  in conformità con il Temporary framework della Commissione Europea. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta e chi è interessato da questi controlli.

Aiuti Covid per le imprese: cos’è il Temporary framework

Per contrastare gli effetti economici e sociali provocati dall'epidemia da COVID-19, sono state adottate in sede europea diverse misure di sostegno. Con la Comunicazione della Commissione "Temporary framework for State aid measures to support the economy in the current COVID-19 outbreak – COM 2020/C 91 I/01", anche conosciuta più brevemente come Temporary Framework, gli Stati membri sono stati autorizzati ad adottare aiuti al tessuto economico in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato.

Il Temporary Framework ha permesso agli Stati membri di attuare misure di sostegno alle imprese, derogando temporaneamente alle rigide regole sugli aiuti di Stato contenute negli articoli 107, 108 e 109 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). Queste deroghe hanno consentito sovvenzioni dirette, garanzie statali sui prestiti e agevolazioni fiscali per le imprese in difficoltà, con parametri definiti per evitare distorsioni eccessive del mercato.

Nel 2022, a seguito della crisi Russia-Ucraina, l'UE ha introdotto il Temporary Crisis Framework, che ha esteso il sostegno alle imprese colpite da problemi legati al conflitto, come l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell'energia. Le aziende che desiderano accedere a questi aiuti devono dimostrare la necessità di liquidità a causa di queste ripercussioni.

I finanziamenti previsti dal Temporary Crisis Framework sono soggetti a diversi limiti:

  • limite temporale di 8 anni.
  • limite finanziario pari al 15% dei ricavi medi degli ultimi tre anni o il 50% dei costi energetici dell'anno precedente.

A causa della guerra in Ucraina, il Temporary Framework è stato prorogato nel 2023, con diverse novità:

  • Aiuti di importo limitato: Sovvenzioni, agevolazioni fiscali, garanzie e prestiti concessi fino al 31 dicembre 2023, con un massimo di 2 milioni di euro per impresa (ridotti a 250.000 e 300.000 euro rispettivamente per imprese agricole e della pesca).
  • Garanzie pubbliche sui nuovi prestiti: Prestiti agevolati per sostenere le imprese che hanno subito impatti sugli investimenti e sul fatturato, con limiti simili a quelli del Temporary Crisis Framework (15% del fatturato o 50% dei costi energetici).
  • Sostegno ai costi energetici: Aiuti destinati a coprire i costi dovuti agli aumenti di energia elettrica e gas, concessi fino al 31 dicembre 2023.
  • Incentivi per le energie rinnovabili e lo stoccaggio di energia: Questi incentivi, parte della spinta verso la transizione verde, sono estesi fino al 31 dicembre 2025.

Queste misure mirano a sostenere le aziende che stanno affrontando le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina, sia direttamente che indirettamente, e rappresentano un’importante opportunità per migliaia di imprese.

L'autodichiarazione dei beneficiari

I soggetti beneficiari degli aiuti  presentano all'Agenzia delle entrate un'autodichiarazione ai sensi dell'art. 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, nella quale attestano che l'importo complessivo degli aiuti fruiti non supera i massimali.

Nell’autodichiarazione il beneficiario deve anche indicate eventuali importi eccedenti i massimali previsti che i beneficiari intendono volontariamente restituire o sottrarre da aiuti successivamente ricevuti per i quali vi sia capienza nei relativi massimali.

I controlli dell’Agenzia delle entrate

I controlli del fisco, ad oggi, prevedono un confronto delle informazioni fornite dai contribuenti nelle loro autodichiarazioni Covid con i dati presenti nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato. L'obiettivo è verificare se i contribuenti abbiano superato i massimali stabiliti per gli aiuti di Stato.

Inoltre il controllo riguarda la verifica dei requisiti della Sezione 3.12. Questa sezione del temporary framework stabilisce le condizioni per l'erogazione degli aiuti individuali. Il Temporary Framework ha imposto difatti  massimali sugli aiuti che le imprese potevano ricevere. Questi massimali variavano in base alla tipologia di aiuto (sovvenzioni, garanzie sui prestiti, agevolazioni fiscali, ecc.).

I controlli verificano se l'impresa abbia eventualmente superato tali soglie. Le imprese sono tenute quindi a fornire la documentazione che attesti il rispetto delle condizioni per ottenere gli aiuti, come la dimostrazione delle perdite subite a causa della pandemia, la necessità di liquidità, e il rispetto delle condizioni economiche e finanziarie per l'accesso a tali sovvenzioni o agevolazioni.

Oltre a verificare l’ammontare totale degli aiuti ricevuti, l’Agenzia delle Entrate si concentra anche sulle condizioni specifiche previste per ogni singola misura di sostegno. Ogni agevolazione (ad esempio, contributi a fondo perduto, crediti d'imposta, ecc.) aveva delle condizioni particolari che dovevano essere rispettate dall’impresa beneficiaria.

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