Il Parlamento e il Consiglio europeo hanno concluso l’accordo sulla proposta di regolamento in tema di imballaggi e prevedendo l’obbligo di riciclabilità e minimizzazione delle sostanze pericolose.
L’obiettivo è quello di poter ridurre i rifiuti di imballaggio, dotando il settore produttive di regole chiare e lineari. Solo così è possibile promuovere l’economia circolare.
Parlare di produzione di imballaggi e smaltimento dei relativi rifiuti significa riferirsi a un settore economico-produttivo particolarmente complesso e remunerativo. Si pensi, infatti, che il fatturato complessivo nell’Unione europea si aggira attorno ai 370 miliardi di euro.
Secondo dati Eurostat, nel 2021 l’Ue sono stati prodotti circa 188.7 kg di rifiuti per cittadino (+10,8 kg per persona rispetto al 2020).
Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (Ppwr) è destinato a sostituire la direttiva 94/62/UE.
Ecco quali sono i punti salienti del Regolamento e cosa potrebbe aspettarci nei prossimi anni.
Stop agli imballaggi di plastica
Tra gli intenti ambiziosi dell’Unione europea, l’accordo getta le basi per una vera e propria timeline di obiettivi che potranno essere raggiunti solo imponendo a tutti gli Stati membri di ridurre l’utilizzo degli imballaggi di plastica.
Secondo le stime, entro il 2030 la plastica dovrà essere ridotta del 5%, successivamente del 10% entro il 2035 e infine nel 2040 del 15%.
Saranno vietate tutte le plastiche monouso come:
- imballaggi per frutta e verdura fresca, a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi per aiutare a prevenire gli sprechi alimentari (si tratta solo di quelle sotto i 15 micron);
- imballaggi per alimenti e bevande;
- confezioni monodose usate per esempio per condimenti, salse, panna, zucchero;
A partire dal 1° gennaio 2030 saranno vietati gli imballaggi in miniatura per i prodotti da toilette (ovvero, i campioncini) e la pellicola per le valigie negli aeroporti.
Addio agli inquinanti persistenti
Al centro della preoccupazione delle Istituzioni europee da lungo tempo si discute dei cd. PFAS, ovvero le sostanze inquinanti persistenti che, proprio in ragione della loro durata, sono stati ribattezzate come “sostanze chimiche per sempre” o addirittura “inquinanti eterni”.
Si tratta di sostanze chimiche ad alto livello di tossicità che si accumulano nei materiali riciclati, finendo nel suono, nell’aria e nell’acqua, con un rischio per la salute dell’essere umano e dell’ambiente.
L'elevata esposizione a sostanze chimiche ha provocato malattie o anomalie in un certo numero di specie selvatiche, inclusi alcuni tipi di pesci, uccelli e mammiferi.
Sono stati trovati anche nell'uomo (compreso nel latte materno) e possono rappresentare un rischio di cancro, disturbi riproduttivi, alterazione del sistema immunitario, deterioramento neurocomportamentale, interruzione dell'ormone, danni al DNA e aumento dei difetti alla nascita.
Il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi ha ottenuto l’introduzione di un divieto di queste sostanze chimiche persistenti in tutti gli imballaggi a contatto con gli alimenti.
Incentivare le soluzioni di riutilizzo e riciclo dei packaging
Il Regolamento sugli imballaggi parte con la necessità di provvedere entro il 2030 a soluzioni di packaging alternative e riutilizzabili per le bevande (sia alcoliche che analcoliche), ad eccezione fatta per il latte, il vino e i liquori.
Secondo le stime, questo primo passo consentirà di ridurre l’utilizzo della plastica del 10%.
Gli Stati membri avranno la possibilità di ottenere una deroga di 5 anni per uniformarsi agli obiettivi del nuovo Regolamento.
Ulteriormente, i consumatori dovranno essere incoraggiati ad adottare soluzioni di riutilizzo e riciclo delle confezioni: gli operatori dei servizi di ristorazione saranno obbligati a offrire ai clienti la possibilità di portare il proprio contenitore (la cd. doggy bag).
Allo stesso modo, su richiesta del PE, gli Stati membri dovranno incentivare ristoranti, mense, bar, caffetterie e servizi di ristorazione a servire acqua del rubinetto gratuitamente o a costo ridotto, purché in formato riutilizzabile e riciclabile.
I prossimi passi
L’accordo tra Parlamento e Consiglio europeo segna una vera e propria svolta in tema di imballaggi e rifiuti prodotti da questi, ma quanto raggiunto è una proposta di regolamento.
Il Parlamento e il Consiglio devono approvare formalmente l’accordo prima che possa entrare in vigore.