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17 Novembre 2023
9:00

Abolizione numero chiuso a Medicina: la proposta di legge della Regione Campania

La Regione Campania ha recentemente effettuato una proposta di legge che potrebbe avere un grande impatto sulla carriera degli aspiranti medici: viene richiesta, di fatto, l’abolizione del test di ingresso per entrare a Medicina.

Abolizione numero chiuso a Medicina: la proposta di legge della Regione Campania
Avvocato
Abolizione test d'ingresso Medicina

La Regione Campania ha recentemente effettuato una proposta di legge che potrebbe avere un grande impatto sulla carriera degli aspiranti medici: viene richiesta, di fatto, l’abolizione del test di ingresso per i corsi universitari in area sanitaria.

Il disegno di legge per l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alle Facoltà di Medicina è stato approvato dalla Giunta regionale con delibera del 6 settembre 2023 e quindi dal Consiglio regionale con delibera del 12 settembre 2023 e poi trasmesso alle Camere.

Qualora il Parlamento si esprimesse in senso favorevole, il test d’ingresso per accedere alla facoltà di Medicina, che è visto dagli aspiranti medici come uno scoglio, per molti aspetti insormontabile, potrebbe divenire solo un vago ricordo.

Le ragioni della proposta sono contenute nella Relazione illustrativa.

Viene in primo luogo fatto presente che il disegno di legge in questione è volto al superamento di “gravi criticità” relative al sistema di accesso programmato a Medicina e alle altre facoltà sanitarie.

E’ infatti ricordato che nel nostro Paese, “la carenza di personale sanitario rappresenta un problema ormai antico, che ha assunto connotati drammatici nel corso della pandemia da COVID-19, ma che prescinde da emergenze come quest’ultima”.

Non è un caso, infatti, che “sin dalle primissime manifestazioni epidemiche si è reso necessario adottare strumenti normativi ad hoc proprio al fine di supplire alla carenza di risorse umane nell’ambito del servizio sanitario nazionale”.

Attualmente, in effetti, “lo svolgimento di turni massacranti, con la privazione di ferie e riposi settimanali, rappresenta, ormai, l’unico modo per garantire il funzionamento del sistema sanitario nazionale”.

Inoltre, i medici, sono sempre più vittime della sindrome da burn-out che secondo quanto riportato dal Dizionario di Medicina dell’Enciclopedia Treccani, è uno: “stato patologico (dall’ingl. «bruciare completamente») che si verifica in individui che svolgono professioni di aiuto. Ne sono interessati medici, poliziotti, infermieri, psicologi, ecc. Il b. compare in figure professionali che devono sostenere in modo adeguato il proprio stress psicoemotivo e quello della persona assistita. Se la fase di logoramento psicologico non è gestita o non risulta controllata, si osserva una progressione del danno psichico e fisico che può evolvere fino al suicidio”.

Altre valutazioni contenute nella Relazione illustrativa rivestono, inoltre, carattere fondamentale.

Viene ricordato che, secondo quanto stabilito dalla Corte costituzionale, “il diritto allo studio comporta non solo il diritto di tutti di accedere gratuitamente alla istruzione inferiore, ma altresì quello – in un sistema in cui ‘la scuola è aperta a tutti’ (art. 34, primo comma, della Costituzione) – di accedere, in base alle proprie capacità e ai propri meriti, ai ‘gradi più alti degli studi’ (art. 34, terzo comma): espressione, quest’ultima, in cui deve ritenersi incluso ogni livello e ogni ambito di formazione previsti dall’ordinamento” (cfr. ex plurimis Corte Costituzionale, sentenza 24 febbraio 2021, n. 42, e sentenza 22 maggio 2002, n. 219)”.

I test per accedere alla facoltà di medicina, in tal senso, rappresentano una notevole limitazione del diritto allo studio, in quanto fondati, tra l’altro, su una preparazione specifica, che per molti aspetti non ha alcuna attinenza con la carriera che si andrà a svolgere.

La conseguenza di tutto questo è la lesione del principio di uguaglianza, in quanto “gli studenti appartenenti a famiglie con maggiori risorse economiche – potendosi permettere la frequenza dei corsi privati sopra citati – hanno molte più chance di superare il test d’ingresso e possono concedersi più tentativi e, quindi, attendere anche più di un anno dopo il conseguimento della maturità”.

Cosa dice la proposta

Nella proposta di legge, all’art. 1, dunque, viene disposto il libero accesso alle facoltà in ambito sanitario: “Al fine di rafforzare il servizio sanitario nazionale attraverso l’incremento degli addetti alle professioni sanitarie e di superare il disagio sociale connesso al regime di accesso programmato ai corsi universitari di area sanitaria, a decorrere dall’anno accademico 2024/2025 l’accesso ai corsi universitari in medicina e chirurgia, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria, nonché ai corsi universitari concernenti la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione e ai corsi di laurea specialistica delle professioni sanitarie è libero”.

Il disegno di legge è stato assegnato il 7 novembre 2023, alla VII Commissione Cultura della Camera.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
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