video suggerito
video suggerito
4 Settembre 2023
9:00

A quali criteri l’avvocato dovrà attenersi per la redazione degli atti processuali?

Con il recente Decreto del Ministro della Giustizia del 7 agosto 2023, n. 110, è stato approvato il Regolamento per la definizione dei criteri di redazione degli atti giudiziari del processo civile. Vediamo a quali criteri dovranno attenersi gli avvocati nella redazione degli atti del processo.

A quali criteri l’avvocato dovrà attenersi per la redazione degli atti processuali?
Avvocato
atti processuali

Con il recente Decreto del Ministro della Giustizia del 7 agosto 2023, n. 110, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’11 agosto del 2023, è stato approvato il Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari.

Qual è l’oggetto del nuovo Decreto del Ministro della giustizia?

Con il nuovo Decreto sono stabiliti i criteri di redazione  degli  atti  del  processo  civile.

Vengono inoltre stabiliti i limiti dimensionali che devono rispettare gli atti del processo civile per le  cause  di  valore inferiore a euro 500.000.

Quali sono i criteri di redazione per le parti degli atti processuali?

Le regole poste dal nuovo D.M. contengono alcune indicazioni utili ad assicurare la chiarezza e la sinteticità degli  atti processuali.

A tal fine, nella redazione di atti di citazione, ricorsi, comparse di risposta, memorie difensive, controricorsiatti di intervento e altri atti processuali, in quanto compatibili, bisogna seguire il seguente schema.

Intestazione

Deve contenere l'indicazione dell'ufficio giudiziario davanti al quale viene proposta la domanda e della tipologia di atto.

Le parti

Devono essere indicati nome e cognome delle parti e tutte le altre indicazioni richieste dalla legge.

Parole chiave

Deve essere individuato l’oggetto del giudizio attraverso l’utilizzo di alcune parole chiave, massimo 20.

Le impugnazioni

Nelle impugnazioni vanno indicati gli estremi del  provvedimento  impugnato  e l'autorità giudiziaria che lo ha  emesso,  la  data della pubblicazione e dell'eventuale notifica.

Fatti e motivi in diritto

Vanno indicati i fatti e i motivi in diritto in maniera separata, e quanto alle impugnazioni vanno individuati i capi della decisione impugnata con i relativi motivi.

Nella  parte  in  fatto,  bisogna effettuare un preciso riferimento  ai  documenti offerti in comunicazione, che vanno indicati in ordine numerico e denominati in modo corrispondente al loro contenuto e preferibilmente va aggiunto un collegamento ipertestuale.

Con riguardo ai motivi di diritto, vanno indicate le eventuali questioni pregiudiziali e preliminari e quelle  di  merito,  con indicazione delle norme di legge e dei  precedenti  giurisprudenziali che si considerano rilevanti.

Le conclusioni

Nelle conclusioni vanno individuate in maniera distinta questioni pregiudiziali, preliminari e di merito ed eventuali questioni subordinate.

I mezzi di prova

I mezzi di prova vanno indicati in maniera specifica: va effettuato un indice dei documenti prodotti e preferibilmente  va aggiunto un collegamento ipertestuale.

Il valore della controversia

Va espressamente indicato il valore della controversia.

Quali sono i limiti dimensionali degli atti processuali?

Nel D.M. vengono previsti limiti dimensionali precisi per gli atti processuali:

  • atto di citazione, comparsa di risposta, memoria difensiva, atti di intervento e chiamata di terzi, comparse e note conclusionali, atti introduttivi dei giudizi di impugnazione: 80. 000 caratteri corrispondenti a circa 40 pagine;
  • memorie, repliche e altri atti: 50.000  caratteri,  corrispondenti  approssimativamente  a  26 pagine;
  • note scritte in sostituzione dell'udienza quando  non  è  necessario svolgere attività difensive possibili soltanto all'udienza: 10.000  caratteri.

Nel conteggio non vanno computati gli spazi.

Quali sono le esclusioni dai limiti dimensionali?

Sono esclusi dai limiti dimensionali, ad esempio, l'indice e la sintesi dell'atto oppure le  relazioni  di  notifica o i riferimenti giurisprudenziali riportati nelle note.

Ci sono deroghe ai limiti dimensionali?

Le deroghe ai limiti dimensionali sono contenute all’art. 5 del D.M. ove è stabilito che i limiti in questione possono  essere  superati  “se  la controversia presenta questioni di particolare complessità, anche in ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti  o  della natura degli interessi coinvolti. In tal caso,  il  difensore  espone sinteticamente  nell'atto  le  ragioni  per  le  quali  si è reso necessario il superamento dei limiti”.

In questo caso va anche inserita una breve sintesi del contenuto dell'atto.

Quali sono i caratteri che devono essere utilizzati per la redazione degli atti?

Ecco le regole per i caratteri da utilizzare (art. 6):

  • Caratteri di dimensioni di 12 punti.
  • Interlinea di 1,5.
  • Margini orizzontali e verticali di 2,5 centimetri.

Non sono  consentite  note,  salvo  che  per l'indicazione  dei precedenti giurisprudenziali nonché dei riferimenti dottrinari.

Quali sono i criteri che deve seguire il giudice nella redazione degli atti processuali?

Il giudice deve redigere gli atti in modo chiaro e sintetico, secondo quanto stabilito dagli artt. 2 e 6 sullo schema da seguire nella redazione dell’atto e sui caratteri da utilizzare.

Per ciò che concerne le dimensioni degli atti e dei provvedimenti  del  giudice, queste sono correlate “alla complessità  della  controversia,  anche  in  ragione della tipologia, del valore, del numero delle parti  o  della  natura degli interessi coinvolti” (art. 7).

Schemi informatici

Quanto agli schemi informatici, ovvero alle modalità di formazione informatica degli atti da depositare in via telematica, l’art. 8 fa rinvio espresso alle regole già esistenti e che possono essere consultate sull’apposito portale dei servizi telematici del Ministero della Giustizia:https://pst.giustizia.it/PST/it/schede_pratiche.page

Osservatorio permanente

Presso il Ministero della Giustizia è costituito un osservatorio permanente con il compito di verificare la funzionalità dei criteri redazionali e dei limiti dimensionali stabiliti dal  decreto nel rispetto del principio di chiarezza e  sinteticità degli atti del processo, anche ai fini dell’aggiornamento di tali criteri.

Laureata con lode in giurisprudenza presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Ho poi conseguito la specializzazione presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali, sono stata collaboratrice della cattedra di diritto pubblico comparato e ho svolto la professione di avvocato. Sono autrice e coautrice di numerosi manuali, alcuni tra i più noti del diritto civile e amministrativo. Sono inoltre autrice di numerosi articoli giuridici e ho esperienza pluriennale come membro di comitato di redazione. Per Lexplain sono editor per l'area "diritto" e per l'area "fisco". 
Sfondo autopromo
Segui Lexplain sui canali social
api url views